08/02/15
Studio italiano conferma potere antiage della proteina Creb1. Si produce se si assumono meno calorie. Più salute per la gente e anche per il pianeta.
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"Chi ha paura di sognare
e' destinato a morire"
Bob Marley
 


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Meditazione trascendentale e malattie cardiovascolari
Le persone affette da malattie cardiovascolari che,
a fianco della terapia tradizionale, praticano le tecniche anti-stress
della Meditazione Trascendentale vedono ridotti i tassi di mortalità
per infarto e ictus del 47 per cento rispetto ai controlli




















Le persone affette da malattie cardiovascolari che praticano le
tecniche di riduzione dello stress messe a punto dalla Meditazione
Trascendentale hanno tassi di mortalità per infarto e ictus inferiori
del 47 per cento rispetto ad analoghi pazienti che hanno seguito un
programma di educazione alla salute. E' questo il risultato di uno
studio condotto presso il Medical College of Wisconsin, a Milwaukee,
pubblicato sugli Archives of Internal Medicine.

Lo
studio, durato nove anni, è stato condotto su 201 pazienti
afro-americani con età media di 59 anni, sofferenti di stenosi
coronarica assegnati in modo casuale a uno di due gruppi: il primo
praticava le tecniche di Meditazione Trascendentale, il secondo seguiva
corsi di educazione alla salute che facevano riferimento ai fattori di
rischio tradizionali e portavano a modificazioni della dieta e a un
aumento dell'esercizio fisico. Durante questo periodo, i partecipanti
allo studio hanno continuato ad assummere i farmaci per i fattori di
rischio di malattie cardiovascolari, tra cui anti-ipertensivi e farmaci
contro le iperlipidemie, eventualmente prescritti.

"Questi
risultati costituiscono la più significativa documentazione finora
prodotta delle possibilità di intervento sulle relazioni mente-corpo
nelle malattie cardiovascolari, e indicano che la riduzione dello stress
con la tecnica TM è un approccio efficace nella prevenzione delle
malattie cardiache ", ha detto Robert Schneider, uno degli autori.


L'effetto, osservano i ricercatori, è sempre rilevabile, "tuttavia, è
maggiore nei soggetti che stanno assumendo regolarmente i farmaci
standard", ha detto Schneider.

"Di conseguenza, la meditazione
dovrebbe essere considerata un complemento e non un sostituto delle
consuete cure mediche", ha concluso Theodore Kotchen che ha partecipato
allo studio. (gg)

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